PROFEZIE
Profezie di San Malachia
UMalachia, descritto dal suo amico Bernardo di Chiaravalle come nobile di nascita, era un religioso irlandese, nato ad Armagh, nell’Irlanda settentrionale, nel 1094.
Nel 1123 fu scelto per ricoprire il ruolo di abate di Bangor. Un anno più tardi fu consacrato vescovo di Connor e, nel 1132, malgrado la sua opposizione, venne nominato arcivescovo di Armagh. A lui si deve il ripristino della religione cristiana in Irlanda, la riforma, nonché la riorganizzazione della chiesa irlandese e la sua conseguente sottomissione a Roma. Morì a Chiaravalle nel 1148.
Nel 1139, durante una visita a Roma, ha una visione: davanti a lui compare una lista di 111 frasi, ognuna delle quali rappresenta, a volte in modo precisissimo e a volte un po’ meno, il nome di un Papa. Quella lista rappresenterebbe, da quel momento, i nomi di tutti i Papi che si sarebbero succeduti alla guida della chiesa romana fino alla fine dei tempi, o almeno, alla fine della chiesa di Roma.
Nella profezia, Malachia non identifica i Papi non con nome e cognome, ma con 111 motti in latino che descrivono un particolare saliente della vita del Papa a cui il motto si riferisce: luogo di nascita, stemma, evento particolare legato ad un determinato pontificato.
Dopo aver avuto la visione, Malachia l'avrebbe messa per iscritto con la collaborazione ispirata di San Bernardo. e consegnata a Innocenzo II, che a sua volta avrebbe archiviato tale documento tra i tanti dell’archivio Vaticano. La profezia di Malachia fu pubblicata per la prima volta dal monaco benedettino Arnold Wion nel 1595 nel suo libro “Il legno della vita”, meglio conosciuto come Lignum Vitae.
Dal medioevo all'esplorazione spaziale
Nel 1123 fu scelto per ricoprire il ruolo di abate di Bangor. Un anno più tardi fu consacrato vescovo di Connor e, nel 1132, malgrado la sua opposizione, venne nominato arcivescovo di Armagh. A lui si deve il ripristino della religione cristiana in Irlanda, la riforma, nonché la riorganizzazione della chiesa irlandese e la sua conseguente sottomissione a Roma. Morì a Chiaravalle nel 1148.
Nel 1139, durante una visita a Roma, ha una visione: davanti a lui compare una lista di 111 frasi, ognuna delle quali rappresenta, a volte in modo precisissimo e a volte un po’ meno, il nome di un Papa. Quella lista rappresenterebbe, da quel momento, i nomi di tutti i Papi che si sarebbero succeduti alla guida della chiesa romana fino alla fine dei tempi, o almeno, alla fine della chiesa di Roma.
Nella profezia, Malachia non identifica i Papi non con nome e cognome, ma con 111 motti in latino che descrivono un particolare saliente della vita del Papa a cui il motto si riferisce: luogo di nascita, stemma, evento particolare legato ad un determinato pontificato.
Dopo aver avuto la visione, Malachia l'avrebbe messa per iscritto con la collaborazione ispirata di San Bernardo. e consegnata a Innocenzo II, che a sua volta avrebbe archiviato tale documento tra i tanti dell’archivio Vaticano. La profezia di Malachia fu pubblicata per la prima volta dal monaco benedettino Arnold Wion nel 1595 nel suo libro “Il legno della vita”, meglio conosciuto come Lignum Vitae.
Dal medioevo all'esplorazione spaziale
- 1 Celestino II (1143-1144): "Ex Castro Tiberi" (dal castello del Tevere)
Questo papa nacque a Città di castello sul Tevere.
- 2 Lucio Caccianemici (1144-1145): "Inimicus expulsus" (nemico cacciato)
È la traduzione del suo cognome. - 3 Beato Eugenio III (1145-1153): "Ex magnitude montis" (dalla grandezza del monte)
Pietro Pignatelli era nativo di Montemagno (grande monte) - 4 Anastasio IV (1153-1154): "Abbas Suburranus" (abate suburrano)
Corrado Suburri fu abate di s.Rudo. - 6 Antipapa Vittore IV: "Ex tetro carcere" (dal tetro carcere)
Gregorio Conti era Cardinale di S. Vittore, noto carcere romano. - 8 Antipapa Pasquale III: "De via Transtibertina" (di Trastevere)
Guido da Crema ricoprì il ruolo di Cardinale in S. Maria in Trastevere. - 9 Lucio III (1181-1185): "Lux in ostio" (luce in ostia)
Ubaldo Allucignoli fu Cardinale di Ostia. - 10 Antipapa Callisto III: "De Pannonia Tusciae" (Tuscolo di Pannonia)
Cardinale di Tuscolo, proveniva dall'Ungheria, che anticamente faceva parte di una vasta regione denominata Pannonia. - 11 Urbano III (1185-1187): "Sus in cribo" (maiale nel "cribo")
Crivelli aveva nel proprio stemma l'immagine di un maiale (sus). La parola cribo allude al cognome. - 16 Onorio III (1216-1227): "Canonicus de latere" (canonico "de latere")
Cencio Savelli, canonico in Laterano. - 18 Celestino IV (1241): "Leo Sabinus"
Goffredo Castiglioni di Milano, Vescovo di Sabina. Nello suo stemma c'è un leone. - 20 Alessandro IV (1254-1261): "Signus Ostiense" (segno ostiense)
Rinaldo dei conti di Segni, Cardinale di Ostia. - 21 Urbano IV (1261-1264): "Jerusalem Campaniae" (Gerusalemme Campagne)
Giacomo Troyes Pantaleone, nativo della Champagne e patriarca di Gerusalemme. - 27 Niccolò III (1277-1280): "Rosa Composita" (rosa composita)
Nello stemma di Giangaetano Corsini appariva una rosa. Egli fu poi soprannominato "compositus" perchè nel corso del suo pontificato si impegnò sopratutto nel tentare di riunire la Chiesa latina e quella greca. - 29 Onorio IV (1285-1287): "Ex rosa leonina" (dalla rosa leonina)
Jacopo Savelli aveva come stemma dei leoni attorniati da rose. - 31 Celestino V (1294): "Ex eremo celsus" (dall'eremo "celsus")
Pietro Anglerio da Morrone fu eremita e fondatore dell'ordine dei Celestini. - 35 Giovanni XXII (1316-1334): "De sutore orseo" (del cucitore "orseo")
Giacomo Duese era figlio di un umile calzolaio. - 36 Antipapa Nicolò V: "Corvus schismaticus" (corvo scismatico)
Pietro Rinalducci, originario di Corvaro, fu tra i maggiori esponenti dello scisma papale. - 37 Benedetto XII (1334-1342): "Frigidus Abbas" (abate freddo)
Giacomo Fournier, fu eletto papa mentre era abate presso il monastero do Fontanafredda. - 39 Innocenzo VI (1352-1362): "De montibus Pammachii" (dei monti Pammaci)
Nell'emblema di Stefano Aubert campeggiano sei montagne. Egli fu eletto papa mentre era cardinale dei Santi Giovanni e Paolo, titolo anticamente soprannominato "Pammacchio". - 43 Antipapa Benedetto XIII: "Luna cosmedina"
Pietro de Luna, fu eletto papa mentre ricopriva il titolo di Cardinale di Santa Maria in Cosmedin. - 50 Antipapa Giovanni XXIII: "Cervus Sirenae" (cervo di sirena)
Baldassarre Cossa era nato a Napoli, città il cui emblema è rappresentato dalla sirena Partenope, ed aveva nello stemma l'immagine di un cervo. - 55 Callisto III (1455-1458): "Bos pascens" (bue al pascolo)
Nello stemma di Alfonso de Borgia compare un bue al pascolo. - 56 Pio II (1458-1464): "De capra et albergo" (della capra e dell'albergo)
Enea Silvio Piccolomini fu segretario dei Cardinali Capranica e Albergatti. - 57 Paolo II (1464-1471): "De cervo et leone" (del cervo e del leone)
Pietro Barbo era stato Cardinale di San Marco (evangelista che ha per simbolo un leone alato) e Commendatario della Chiesa di Cervia. - 58 Sisto IV (1471-1484): "Piscator minorita" (pescatore minore)
Francescano degli ordini minori, Francesco della Rovere era figlio di un umile pescatore. - 60 Alessandro Vi (1492-1503): "Bos Albanus in portu" (bue albano nel porto)
L'emblema di Rodrigo Borgio era un bue. Egli fu Cardinale e Vescovo di Albano e Porto. - 61 Pio III (1503): "De parvo homine" (del piccolo uomo)
Francesco Todeschi. Il cognome di sua madre era Piccolomini. - 65 Clemente VII (1523-1534): "Flos pilae" (fiori della palla)
Giulio de' Medici, fiorentino, aveva nel proprio stemma una palla attorniata da gigli. - 81 Urbano VIII (1623-1644): "Lilium et rosa" (giglio e rosa)
Lo stemma di Maffeo Barberinio era animato da api che volano su gigli e rose. - 85 Clemente X (1670-1676): "De flumine magno" (del fiume in piena)
Emilio Altieri fu eletto papa in un giorno in cui il fiume Tevere era in piena. - 88 Innocenzo XII (1691-1700): "Rastrum in porta" (rastrello presso la porta)
Antonio Pignatelli apparteneva all'omonima illustre casata napoletana che risiedeva presso una porta della città soprannominata "del rastrello". - 110 Giovanni Paolo I (1978): "De medietate lunae" (il tempo di una luna)
Il pontificato di Albino Luciani durò dal 26 agosto 1978 al 25 Settembre 1978, il tempo di un ciclo lunare. - 111 Giovanni Paolo II (1978 - 2005) : "De labore solis" (del travaglio del sole)
Karol Wojtyla saà ricordato come il papa polacco, e molto probabilmente Malachia si riferisce al fatto che egli proviene da un paese dell'est (levante del sole); ma c'è anche chi ha appuntato l'attenzione sull'enorme lavoro di diffusione della fede intrapreso durante il suo pontificato: egli è il Papa che in assoluto ha visitato più paesi del mondo, ed ha portato la Chiesa a possedere un "regno" su cui sembra non tramontare mai il sole. Meno probabile appare invece l'interpretazione secondo cui Giovanni Paolo II veniva da quella Cracovia in cui Copernico "faticò" per dimostrare la validità del suo sistema eliocentrico.
- 112 Benedetto XVI (2005 - 2013): "De gloria olivae" (della gloria dell'olivo)
Il successore di Giovanni Paolo II, il cardinale tedesco Joseph Ratzinger, è indicato attraverso il segno dell'ulivo, simbolo di pace: egli stesso nella sua prima Udienza Generale del 27 aprile 2005 ha voluto richiamarsi a Benedetto XV, il Papa che tentò in ogni modo di porre fine alla prima guerra mondiale: "egli", ha detto Ratzinger, "fu coraggioso e autentico profeta di pace, e si adoperò con strenuo coraggio dapprima per evitare il dramma della guerra, e poi per limitarne le conseguenze nefaste. Sulle sue orme desidero porre il mio ministero a servizio della riconciliazione e dell'armonia tra gli uomini e i popoli, profondamente convinto che il grande bene della pace è innanzitutto dono di Dio".
Ma, come è stato segnalato, Benedetto XVI presenta altre sorprendenti attinenze con il motto di Malachia. Innanzitutto i membri dell'ordine benedettino sono noti anche come "olivetani". Ancor più impressionante è il fatto che Ratzinger sia nato nel Sabato Santo del 1927, il 16 aprile, al culmine del periodo pasquale. Tutto il periodo è difatti sotto il segno dell'Ulivo, anche in considerazione del fatto che Gesù e i discepoli risiedettero per tutto il tempo proprio presso il Monte degli Ulivi, dall'ingresso in Gerusalemme fino all'arresto!
- 113 Pietro Bertone - Francesco (2013): "Petrus romanus" (Pietro di Roma) L'ultimo papa, prima della fine di questo stato di cose, dovrebbe essere Francesco, il cui nome, però, nulla ha a che vedere con quello di Pietro. Nessun pontefice per tradizione assume il nome del grande disceplo di Gesù, e Malachia non specifica che Pietro Romano sia un Papa. Ora, chi regge la chiesa in assenza di pontefice? Il cardinale camerlengo. E chi era il camerlengo, durante la Sede Vacante seguita all'abdicazione di Benedetto XVI il 28 febbraio 2013? Il cardinale Pietro Tarcisio Bertone nato a Romano Canavese... Pietro il Romano nel perfetto stile di Malachia! Non risulta però che lui abbia fatto una brutta fine o che Roma sia stata distrutta durante quel periodo di Sede Vacante. Secondo alcuni, in realtà l’ultima frase riguardante Pietro Romano, sembra essere una frase aggiunta nel 1820. La profezia di Malachia non asserisce, dunque, che siamo arrivati all'ultimo Papa della storia. Infatti la profezia arriva al centoundicesimo papa, e poi parla di un ultimo papa, non di un centododicesimo. “De gloria olivae” indicherebbe Benedetto XVI come l’ultimo Papa. In ogni caso non è chiaro se De gloria olivae e Petrus Romanus debbano considerarsi pontefici consecutivi, in quanto la profezia di Malachia non riporta niente in proposito.
Papa Bergoglio - Dubbi e ipotesi finali
Pietro fu il primo pastore della Chiesa cattolica, detentore delle chiavi del cielo, Pietro II dovrà restituire il mandato e chiudere per sempre le porte del mondo. A quest'ultimo papa che chiude la profezia, Malachia ha voluto dedicare non un solo motto, ma alcuni versi latini:
"In persecutione extrema sacrae romanae ecclesiae sedebit Petrus romanus, qui pascet oves in multis tribulationibus; quibi transactis, civitas septis collis diruetur, ed Judex tremendus judicabit populum suum. Amen."
"Durante l'ultima persecuzione della Santa Romana Chiesa, siederà Pietro il romano, che pascerà il suo gregge tra molte tribolazioni; quando queste saranno terminate, la città dai sette colli sarà distrutta, ed il temibile giudice giudicherà il suo popolo. E così sia."
Per cui, anche secondo la profezia, ci potrebbero essere altri papi fra il numero 111 e l'ultimo. L'elezione al pontificato dell'argentino Jorge Mario Bergoglio con il nome di Francesco sembra confermare quest'ipotesi, anche se qualcuno ha forzosamente ipotizzato che Pietro Romano sia proprio lui, perchè viene da terre lontane (lui stesso ha dichiarato di venire « quasi dalla fine del mondo ») e perchè, pur essendo poliglotta, usa preferibilmente l'italiano in quanto Vescovo di Roma, e quindi "Romano".
"In persecutione extrema sacrae romanae ecclesiae sedebit Petrus romanus, qui pascet oves in multis tribulationibus; quibi transactis, civitas septis collis diruetur, ed Judex tremendus judicabit populum suum. Amen."
"Durante l'ultima persecuzione della Santa Romana Chiesa, siederà Pietro il romano, che pascerà il suo gregge tra molte tribolazioni; quando queste saranno terminate, la città dai sette colli sarà distrutta, ed il temibile giudice giudicherà il suo popolo. E così sia."
Per cui, anche secondo la profezia, ci potrebbero essere altri papi fra il numero 111 e l'ultimo. L'elezione al pontificato dell'argentino Jorge Mario Bergoglio con il nome di Francesco sembra confermare quest'ipotesi, anche se qualcuno ha forzosamente ipotizzato che Pietro Romano sia proprio lui, perchè viene da terre lontane (lui stesso ha dichiarato di venire « quasi dalla fine del mondo ») e perchè, pur essendo poliglotta, usa preferibilmente l'italiano in quanto Vescovo di Roma, e quindi "Romano".
Profezie del Monaco di Padova
La profezia sulla distruzione di Roma si trova anche in un messaggio trovato nel XVI secolo e attribuito genericamente al Monaco di Padova. In questo messaggio si dice: "Quando l'uomo salirà sulla luna, grandi cose staranno per maturare sulla terra. Roma verrà abbandonata, come gli uomini abbandonano una vecchia megera, e del Colosseo non rimarrà che una montagna di pietre avvelenate" (Da "De Magnis tribolationibus et Statu Ecclesiae", stampate a Venezia nel 1527)
Queste profezie, meno conosciute di quelle di Malachia, presentano un vaticinio sulla successione degli ultimi papi. Giovanni XXIII viene qui presentato come "uomo di grande umanità e dalla parlata francese". Papa Roncalli rappresentò difatti per molti anni la chiesa di Roma a Parigi. Con il suo successore iniziano le tribolazioni della Chiesa. In questo tempo "l'ombra dell'Anticristo inizierà a oscurare la Città Eterna": un riferimento al Sessantotto e alle Brigate Rosse?
Significativo è il messaggio che riguarda Giovanni Paolo I: "Passerà rapido come una stella cadente, il pastore della laguna", e infatti papa Luciani, che veniva da Venezia, ebbe un pontificato di 33 giorni.
Giovanni Paolo II: "Verrà da lontano e macchierà col suo sangue la pietra [...] e verrà strappato alla vita". Si prevede quindi una conclusione tragica e violenta del pontificato di papa Wojtyla, che invece ci ha lasciati il 2 aprile 2005 a causa di uno shock settico, che era stato causa anche della morte di Paolo VI.
Secondo questa stramba profezia rimangono ancora due pontefici. Il primo sarà un "seminatore di pace e di speranza, in un mondo che vive l'ultima speranza"; il secondo verrà a Roma da terre lontane "per incontrare la tribolazione e la morte".
La fine del mondo (o perlomeno di Roma) sembrerebbe insomma piuttosto imminente. Nel periodo di Pietro II i cristiani ritorneranno nelle catacombe, come duemila anni fa; quando essi ritorneranno alla luce del sole, la chiesa non sarà più quella di un tempo e nemmeno il mondo sarà quello del passato. Con Pietro II non ci sarà la fine del Cristianesimo, ma la fine di quel tipo di cristianesimo sorto dalle ceneri dell'impero romano d'occidente. Al vertice della chiesa non ci sarà più nessun pontefice in quanto lo spirito santo illuminerà tutti gli uomini e ci sarà come un paradiso sulla Terra.
Il centro della cristianità non sarà più Roma. La città eterna sarà spazzata via in una notte d'estate, come un fuscello di paglia. E di essa non rimarra che un vago ricordo.
Queste profezie, meno conosciute di quelle di Malachia, presentano un vaticinio sulla successione degli ultimi papi. Giovanni XXIII viene qui presentato come "uomo di grande umanità e dalla parlata francese". Papa Roncalli rappresentò difatti per molti anni la chiesa di Roma a Parigi. Con il suo successore iniziano le tribolazioni della Chiesa. In questo tempo "l'ombra dell'Anticristo inizierà a oscurare la Città Eterna": un riferimento al Sessantotto e alle Brigate Rosse?
Significativo è il messaggio che riguarda Giovanni Paolo I: "Passerà rapido come una stella cadente, il pastore della laguna", e infatti papa Luciani, che veniva da Venezia, ebbe un pontificato di 33 giorni.
Giovanni Paolo II: "Verrà da lontano e macchierà col suo sangue la pietra [...] e verrà strappato alla vita". Si prevede quindi una conclusione tragica e violenta del pontificato di papa Wojtyla, che invece ci ha lasciati il 2 aprile 2005 a causa di uno shock settico, che era stato causa anche della morte di Paolo VI.
Secondo questa stramba profezia rimangono ancora due pontefici. Il primo sarà un "seminatore di pace e di speranza, in un mondo che vive l'ultima speranza"; il secondo verrà a Roma da terre lontane "per incontrare la tribolazione e la morte".
La fine del mondo (o perlomeno di Roma) sembrerebbe insomma piuttosto imminente. Nel periodo di Pietro II i cristiani ritorneranno nelle catacombe, come duemila anni fa; quando essi ritorneranno alla luce del sole, la chiesa non sarà più quella di un tempo e nemmeno il mondo sarà quello del passato. Con Pietro II non ci sarà la fine del Cristianesimo, ma la fine di quel tipo di cristianesimo sorto dalle ceneri dell'impero romano d'occidente. Al vertice della chiesa non ci sarà più nessun pontefice in quanto lo spirito santo illuminerà tutti gli uomini e ci sarà come un paradiso sulla Terra.
Il centro della cristianità non sarà più Roma. La città eterna sarà spazzata via in una notte d'estate, come un fuscello di paglia. E di essa non rimarra che un vago ricordo.